Relazione
Si è trattato di ristrutturare una villa signorile
edificata negli anni ‘60 dall’architetto Bruno Klauser, il quale aveva
allestito un progetto moderno, sicuramente influenzato dall’architettura
portata in Ticino in quegli stessi anni dal noto architetto californiano
Richard Neutra. Non è da escludere sia avvenuta una collaborazione con i
responsabili dei progetti ticinesi di Neutra.
Con la ristrutturazione si sono volute mantenere il
più possibile le qualità architettoniche dell’edificio, organizzato con gli
spazi disposti orizzontalmente su un unico livello - malgrado vi sia anche un
piano seminterrato ricavato grazie all’orografia del terreno - in forte dialogo
di contrasto con le linee frastagliate delle montagne che contornano il lago di
Lugano e che ne accentuano la sua orizzontalità, grazie all’orientamento delle
vetrate proprio in questa direzione dalla vista più suggestiva.
La soletta di copertura è sorretta da quattro lame
in muratura di pietra naturale facciavista, più una quinta che sorregge la
vasta terrazza esterna, e le grandi campate sono rinforzate da esili travi e
pilastri metallici posizionati all’esterno degli spazi abitati, accentuando
notevolmente la leggerezza della copertura e l’orizzontalità della villa.
Lunghe vetrate collegano le murature portanti e
permettono di ottenere una enorme trasparenza per tutti gli spazi abitativi
rivolti verso la natura del giardino circostante o, ancora meglio, di far
entrare nella casa la vegetazione del luogo, come da tempo ci aveva insegnato
Neutra con le sue case californiane; concetto al quale si era ispirato anche
Jean Nouvel per la progettazione dello stabile della Fondation Cartier di
Parigi, edificato quasi una trentina di anni dopo.
In definitiva si trattava di evidenziare le spine
in pietra naturale, la soletta dai grandi sbalzi, i rinforzi strutturali eseguiti con travi e pilastri metallici che
si estendono oltre la soletta di copertura e prolungano gli spazi verso la
terrazza che si estende con la piscina fino al giardino, ed infine le grandi
aperture dalla massima trasparenza.
Si è dunque proceduto ad una pulizia formale,
garantendo quella filosofia minimalista tanto cara a Neutra, ereditata dal suo
concittadino d’origine Adolf Loos, e per noi di fondamentale importanza, sia
nella riorganizzazione interna dei locali, ma soprattutto nello studio dei
dettagli di ogni singolo elemento costruttivo, fino all’arredamento fisso e
mobile disegnato appositamente per questa villa.
Grande attenzione è stata data allo studio dei
serramenti che mettessero in evidenza nel migliore dei modi la trasparenza
delle grandi aperture rivolte verso la natura, portando alla memoria la nota
frase di Ludwig Mies Van der Rohe “Che cosa sarebbe il calcestruzzo, che cosa
sarebbe l’acciaio, senza il vetro” (13.03.1933).
Pochi i materiali utilizzati: la pietra Basaltina
romana in grande formato per tutti pavimenti e per i rivestimenti dei bagni, il
legno di noce a venatura orizzontale contrastato da parti nere per le porte
interne e per l’arredamento, il gesso per le pareti e i soffitti, l’acciaio
verniciato per gli stipiti complanari alle pareti e di spessore di soli 3 mm,
l’alluminio termolaccato per i serramenti e il vetro ultra-trasparente inserito
nella grandi campiture fisse o scorrevoli.
Pochi anche i colori usati: il grigio antracite
della pietra Basaltina, il color noce trattato al naturale per gli elementi in
legno valorizzato con parti nere di contrasto, il grigio antracite metallizzato
per gli stipiti e i serramenti, il bianco per le pareti e i soffitti con
parti in nero per neutralizzarne la
presenza ed infine il blu notte quale unico colore vero e proprio per le parti
metalliche esterne delle travi, dei pilastri, dei parapetti e dei cancelli.
Queste scelte sono state dettate dalla volontà di
rendere sobri gli spazi e permettere di evidenziare maggiormente le opere
d’arte contemporanea della collezione privata e soprattutto le persone che
abitano la villa.
Il risultato finale è molto soddisfacente e, a
detta dei proprietari, è andato oltre le loro aspettative iniziali.
Non
vorrei peccare di presunzione, ma ritengo che il lavoro di ristrutturazione
eseguito in questa villa possa servire da esempio per altri edifici di
importanza culturale presenti sul territorio ticinese e meriti un particolare
plauso. Ovviamente interventi di questo tipo comportano dei costi non
indifferenti.